martedì 7 febbraio 2012

Il mio collega Alessandro ha il viso strano. Due occhioni azzurri in un viso a bischero che ha il sapore del bonaccione. Secco come un albero disidratato, ho scoperto che vola per aria come un passerotto e tira dei colpi che ti divide in due. Cinturanera di sò una sega che disciplina vietnamita ho scoperto che potrei portarmelo dietro per andare a vedere la Fiorentina contro la Roma e urlare invettive contro gli avversari stando seduto tra gli ultras romani.
Ma è anche uno che legge i miei scritti e lo fa senza il coraggio di dirmi che fanno cagare. Mi vuole bene. Mi vuole anche male, però. Nel senso che ieri mi ha detto di smettere con i racconti e di scrivere un bel romanzo, che l'ultimo lo aveva preso tanto.
Mi vuole male, sì, perchè ci ho creduto.
E lo faccio.

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